GUARITA, RIFA' IL CAMMINO (CIRCA 15 KM.)  CHE AVEVA PERCORSO IN 9 GIORNI

"ANGIOLINGIORGI(18571914) fin dalla nascita era affetta da una malattia che le aveva impedito  il normale sviluppo degli arti inferiori.  Era rimasta quindi piccola di statura, rattrappita  nelle gambe, tanto da doversi  muovere solamente  con l'aiuto di stampelle e in percorsi assai brevi. Codeste grucce che portava sotto le ascelle non superavano gli 80 centimetri, come si può osservare tuttora in Santuario.  Vedendo che le cure e i rimedi  dell'arte medica erano insufficienti a liberarla dalla sua infelicità, verso il 1890,  a fine estate, ebbe l'ispirazione  di recarsi a Boccadirio, per implorare dalla Madonna Miracolosa un sollievo al suo progressivo e doloroso malessere.

 

Era ancora viva nei dintorni la fama di un miracolo operato dalla Madonna di Boccadirio a vantaggio di uno zoppo di Monghidoro che aveva riacquistato  improvvisamente l'uso completo delle gambe e in memoria del fatto strepitoso era stata eretta una cappella nel luogo detto Passo del Passegiere pochi anni prima.

 

 

 

La pia donna  animata dalla fede che trasporta le montagne,  contro  il parere di tutti,  affronta il duro cammino, attraverso  scoscese  mulattiere, inerpicantisi per monti  e degradanti  per corso ripido  in valle. La distanza  fra Valgattara e Boccadirio  per l'uomo  sano si copre  comodamente  in cinque  ore, non  superando i 15 Km.  La poveretta, invece,  impiegò  ben   nove   giorni consecutivi sostando la notte  in qualche casolare per ritemprarsi le forze e per giovarsi  della luce del giorno  onde non  precipitare nei frequenti burroni che frastagliavano i disagiati  e perigliosi sentieri  della montagna.  È facile immaginare  quali ardenti  sospiri  avrà elevato  alla cara Madonna tramezzo alle molte  preghiere che recitava, soprattutto quando a circa metà del viaggio,  superata l'erta  del monte di Bruscoli,  apparve  ai suoi occhi la Soave visione  del bel Santuario,  nel quale una  segreta  speranza le faceva balenare   e pregustare la gioia della salute  ricuperata,  merce'  la protezione di Maria.  Spuntò  finalmente il nono  giorno del suo lungo  calvario.  La stanchezza  delle membra dovette  ad un tratto, come d'incanto, scomparire,  quando  il suo occhio s'incontro' con lo sguardo  di Maria,  che le sorrideva amabilmente dalla devota Immagine che tanti petti ha scossi e inebriati.

 

 

Per rendersi più degna  dei favori di Maria,  com'è nell'uso  dei devoti, volle lavare  nel bagno  della sacramentale confessione  le sue colpe, assistere alle numerose S. Messe che si celebravano, soprattutto in giorni  di maggior solennità,   nel Santuario,  e quindi domandare la benedizione   del sacerdote. La fede della pia donna stava per essere premiata.  La Madonna   si mosse    a pietà   della   sua  serva   sofferente    e le donò   la sospirata guarigione.Un     benessere  generale riflui'  per tutte  quelle membra doloranti,  un insolito vigore si impadronì degli arti quasi  rattrappiti. Provò a fare i primi  passi  senza bisogno  di appoggio,  si  accorse    di  essere    guarita.   Il fremito  di letizia  che traboccava  dal cuore si comunicò agli astanti  che insieme  innalzarono   la loro voce di ringraziamento   alla Consolatrice   degli afflitti.  Come un trofeo  di vittoria,  le grucce,  ormai inutile  ingombro, furono raccomandate  alle pareti  del Santuario,   perché  indicassero   alle generazioni  future, come nelle disgrazie  mortali,   la fiducia  riposta  in Maria non è mai delusa.  La sera stessa del prodigio, la donna fortunata faceva ritorno in famiglia, rifacendo in poche  ore quello  stesso cammino che le era costato  nove  giorni  di pena  e di affanni indicibili. A conferma del miracolo, lo stesso parroco scrive: "Alcuni del luogo ricordano ancora d'averla ospitata nel viaggio di andata, e di avere fatto, con lei guarita, il ritorno. Mi sono fatto raccontare il fatto non soltanto dai suoi nipoti di Bologna, ma da quanti anziani in Parrocchia l'hanno conosciuta e furono testimoni oculari del prodigio".

 

Il parroco di Valgattara, Don Giovanni Santo