Nel 1512 la città di Prato passava un grave momento, coinvolta in una di quelle guerre tra i potenti di quel tempo: la Spagna, la Francia, i Medici .... Le truppe spagnole, per conto del Re di Napoli e per sostenere e rimettere al dominio di Firenze i "Medici'', compirono in Prato una orribile carneficina valutata da alcuni storici in ben seimila vittime.
A Prato c'era allora anche la nostra suor Brigida con il suo monastero e con le sue sorelle e figliole. Donna di fede, di preghiera, di saggezza, si raccomanda al suo divino sposo Gesù Crocifisso e alla sua cara Madonna di Boccadirio; invia segretamente le suore giovani, una dozzina, alla terra di Baragazza per sottrarle ai prevedibili obbrobri, poi affronta il terribile capitano, che veniva deciso a devastare anche il monastero, e col Crocifisso in mano gli chiede di voler rispettare un luogo santificato dalla preghiera e riservato a monache claustrali.
Di fronte a tanto coraggio, suggerito da una fede intrepida, il capitano depone ogni baldanza: da lupo si cambia in mansueto agnello. Per cui il convento non verrà né saccheggiato né oltraggiato, ma difeso e custodito proprio da chi lo voleva mettere a ferro e fuoco. Suor Brigida rimane per quarant'anni nel suo umile e solerte servizio di Priora, fino a quando, a settant'anni, viene colta dal mal caduco, e dopo tre anni di croce, in pace e in silenzio, nell'anno del Signore 1543, va a trovare la sua cara Mamma del cielo.