Il Santuario

Anche in questo angolo solitario si ripercuotono le vicende del mondo. Col 1796 la rivoluzione francese arriva anche su queste montagne. Nel 1798 il Direttorio esecutivo decreta la soppressione di tutte le confraternite laicali e quindi anche quella della beata Vergine di Boccadirio. Si salva la chiesa perché fu dichiarata sussidiaria della parrocchiale di Baragazza.

Dopo la restaurazione e varie tempestose vicende, il 7gennaio 1925 la direzione e l'amministrazione del santuario di Boccadirio, viene presa dalla Curia Arcivescovile di Bologna, la quale nomina un suo amministratore e un sacerdote custode del santuario. Di questi benemeriti custodi ci limitiamo a segnalarne due: don Giuseppe Cangini, presente a Boccadirio dal 1907 al 1940 e don Vincenzo Chiusòli dal 1940 al 1946, lasciando ambedue esempio di grande fede e di zelo per le anime.

Il passaggio dell'uragano della seconda guerra mondiale, lascia la sua triste impronta anche in questo angolo remoto, sia negli edifici, tempio compreso, sia nei boschi dilaniati o dilapidati. Grazie alla Madonna non ci furono vittime umane. Nell'immediato dopo-guerra, l'Arcivescovo di Bologna card. Giovanni Battista Nasalli Rocca realizza un suo sogno: affidare il santuario ad un istituto religioso; e nel 1947 la Congregazione dei Sacerdoti del S. Cuore accogliendo i ripetuti inviti del venerato Pastore, assume la gestione del santuario, inviando i suoi religiosi in un ambiente e in un campo che, se può dare gioie e soddisfazioni spirituali, esige però anche tanta dedizione e generosità.

 

I pellegrini, che qui vengono attratti da fede ma anche da legittima curiosità, vorrebbero non solo sentire, ma vedere, contemplare con i loro occhi la scena dell'Apparizione e la vorrebbero raccontata nei più minuti particolari, magari colorando di fantasia un fatto così santo e così semplice. ''Dov'è, domandano, la scala della Madonna, quando venne quassù a Boccadirio? e dov'é la vaschetta dove si rinfrescò il viso? e il faggio su cui si fece vedere?''. Cose tutte create dalla fantasia, interpretando poeticamente alcune cascatelle della vallata che sale al santuario. Del resto la storia non s'inventa, ma esige validi argomenti. E Boccadirio questi li possiede, tanto che un valente e appassionato studioso della storia locale e del santuario, il prof. Paolo Guidotti, ebbe a dire, come a conclusione delle sue indagini: "Per quanto io ne conosca, pochi santuari della regione hanno una fondattezza storica come questo della Madonna delle Grazie".

Senza minimizzare una solida tradizione di ben cinque secoli, e l'atmosfera di grazie che avvolge questo luogo, l'Archivio di Stato di Bologna ci dà la prima e più antica testimonianza: una "LETTERA" così detta dell' "ANONIMA" che dal contesto, risulta scritta verso il 1580 da una monaca del convento di Santa Caterina in Prato quello di suor Brigida - quando il ricordo della veggente era ancor vivo, essendo ancor vive - dice la lettera - alcune suore vissute con Lei. L 'altro documento, derivato fondamentalmente da questo, ma più ampio, scritto con sobrietà e senso critico, è l'"ORIGINE" della Madonna di Boccadirio di Don Lorenzo Amorotti, parroco di Castiglione dei Pepoli dal 1609 al 1621, anno della sua morte.

 

Intanto i tempi maturano e i nuovi custodi, sull'esempio dei loro predecessori, con sacrifici non indifferenti, risanano pian piano le ferite dell'incuria degli uomini e della guerra nel complesso edilizio, restaurando il chiostro e dando una decorosa abitazione ai Sacerdoti custodi; nei boschi poi mettono nuove piantagione, e cercano e canalizzano nuove sorgenti. Si danno poi da fare, con la collaborazione delle autorità civili, a rifare o riadattare la viabilità verso il santuario, giungendo perfino, con tenacia e con l'aiuto della Madonna, a collegare la rete viaria locale all'Autostrada del Sole, ottenendo l'apertura del casello di Roncobilaccio.

Nel progetto iniziale, questo non era stato pervisto.

Padre Suardi si sobbarcò molti sacrifici per ottenerlo avendo compreso la sua grande utilità per il Santuario.
Fece numerosi viaggi a Roma per interessare i vari ministri.

Il Vescovo emerito di Prato, Mons. Pietro Fiordelli, ricorda le molte visite che il Padre gli fece per interessarlo al problema al fine di raggiungere il suo scopo.

L'ebbe vinta, il casello di Roncobilaccio oggi è una realtà, ed è un grande dono per il Santuario di Boccadirio.

Ricordiamo Padre Serafino Suardi morto il 22 ottobre 1998 a 97 anni con rimpianto e riconoscenza per il lungo servizio prestato al Santuario come Rettore.

Tutto questo è sempre in vista del lavoro principale: quello di ravvivare in sé e nei pellegrini il messaggio di fede e di vita cristiana portato dalla Madonna. A tal fine, oltre all'intenso ministero quotidiano, e alle ripetute peregrinazioni della venerata immagine, i sacerdoti del santuario hanno dato vita anche all'umile ma stimata rivista "La Madonna di Boccadirio", per rispondere a un desiderio dei pellegrini e per tener desta e operante la devozione alla Madre del Cielo.

Al riguardo è consolante constatare: un crescente afflusso al Santuario, anche se van cambiando le forme tradizionali di pellegrinaggio, un tempo tanto vive e tanto care pur se richiedevano giornate di cammino e l'affermarsi sempre più costante che la Madre delle Grazie si mostra quassù soprattutto Madre delle Vocazioni.

 

 
Quassù non si viene per curiosità, anche se la curiosità può spingere; non si viene per turismo, anche se il turismo può essere un'occasione. Qui, pellegrino devoto o forestiero svagato, viene per pregare per incontrarsi con Dio e con colei che è misericordia e madre di misericordia.

Ecco un luogo di cui, forse, non conosci ancora la pace, la capacità di aiutarti a rientrare in te stesso, a pensare alla tua vita... al senso della tua esistenza.

Non venire in cerca di svaghi di eccezione, di paesaggi da sogno: rimarresti deluso. Tutto questo lo puoi trovare altrove! Ma se sei stanco, triste; se non ti basta quello che ti dà la vita; se senti bisogno di qualcosa che il progresso non riesce a darti... vieni a Boccadirio: qualcosa troverai!

Il Santuario è luogo di riflessione, di raccoglimento e di preghiera.

Luogo di preghiera fu per i due veggenti, e luogo di preghiera dovrà essere per quanti arriveranno quassù spinti forse dalle circostanze più impensate, ma con il desiderio nel cuore che qualcosa cambi nella propria vita.

Per questo, qui si viene in silenzio, pregando e meditando, perché la Vergine benedetta si è degnata di scegliere quest'angolo romito, raccolto, per incontrarsi cuore a cuore con i figli.

L' ''Origine" segue a dirci che suor Brigida non si scordò del favore fattole dall'Immacolata, Madre di Dio "onde perché restasse al mondo perpetua memoria di così segnalata grazia, procurò di avere un' immagine "di basso rilievo" della Madonna, con il Figlio in braccio, vestita di bianco, conforme all'apparizione, e la inviò a Boccadirio".

Sulla venerata immagine non sappiamo altro. La commissione fatta ad Andrea Della Robbia, e il suo invio a Boccadirio nell'anno 1505 non sono documentati, anche se da più parti sono affermati.

Paolo Guidotti nel suo studio su Boccadirio ritiene, per molte testimonianze e riflessioni, indubitabile l'invio della sacra immagine tra la fine del quattrocento e l'inizio del cinquecento per amorosa bontà di suor Brigida.

Analisi scientifiche compiute da studiosi specialisti della storia dell'arte e delle tecniche ceramiche, la riportano senza dubbi a quella datazione e alla produzione di una qualche bottega robbiana.